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Copernidrama. 

Se lo si cerca sul dizionario non c’è, o almeno, non ancora. Poi chissà, se si è fortunati…! Co – per – ni – dra – ma. 

Non per vantarsi eh, ma suona proprio bene. Copernidrama! Sì, proprio bello. Ma stiamo divagando… siete qui per una presentazione, diamine, per sapere qualcosa di noi, su questo mitico gruppo! 

E per avere una definizione più o meno buona dovrete affidarvi a noi attori. Va be’, non siamo proprio imparziali… ma vi accontenterete, no? 

Questo è quello che passa il convento. Ci spiace. 

Be’, la maniera più facile per definire il Copernidrama è viverlo. 

Perché è vero, potrei dirvi che ci troviamo una volta a settimana, per due ore, nella quiete subito stravolta dell’Aula proiezioni e che presto quel pomeriggio trova un fratello, un secondo incontro a settimana, perché tutta la nostra energia esplosiva non sta in una sola giornata. Potrei anche parlarvi degli spettacoli in cui ci siamo stati impegnati negli anni passati, come “Il Verbo degli Uccelli” di Farīd ad-dīn ʻAṭṭār nella riduzione teatrale di Jean-Claude Carrière, “La pazza della porta accanto” di Alda Merini, “Dio” di Woody Allen, e di come li abbiamo portati in giro per il Friuli e per l’Italia. 

Potrei testimoniare come il teatro faccia bene al corpo e all’anima: di come si può decidere di partecipare semplicemente per una passione personale verso quest’arte millenaria, per lasciare, nel proprio piccolo, un’impronta sulle assi di legno del palcoscenico, un passo e una battuta alla volta, o di come si può entrare a far parte del nostro gruppo per acquisire e perfezionare qualità che servono nella quotidianità come il parlare in pubblico, il superare le timidezze e l’affrontare i tanti monologhi e dialoghi che compongono la nostra vita. 

Potrei dirvi di come siamo egregiamente capitanati dall’attore Fabiano Fantini, che (oltre a sopportare le nostre vivacità) ci guida e regala momenti di poesia, di gioco, di riflessione, e di come Eleonora Clocchiatti, professoressa referente, si assicuri che tutto fili liscio. Certo, potrei dirvi tutto questo, ma lascerei fuori la parte più importante di tutte: le persone. Anzi no, gli attori, gli amici che si trovano lungo questo magnifico cammino davanti e dietro le quinte, sul palco come in pizzeria dopo lo spettacolo...e che spettacolo! 

Siamo noi alunni, noi studenti, noi ragazzi che rendiamo vivo e vero il Copernidrama, noi che ci divertiamo e condividiamo una passione comune: un sentimento veramente intraducibile ci unisce, quell’elettricità complice che senti a prove e che ritrovi negli sguardi estatici e nei cuori a 180 bpm poco prima che il sipario si apra, nei tanti bei momenti passati assieme, nei viaggi, in parole come “trasforma” e “ci amo” che tutti i Copernidrami imparano ben presto a far proprie e a passare ai primini che ogni anno arrivano, sempre più numerosi, sempre più spaesati, e che strappano un sorriso ai “grandi” di quinta che sì, se ne vanno, ma si rivedono in quegli sguardi curiosi e si lasciano dietro un pezzo di cuore grosso così. 

Le amicizie che stringi sul palco sono uniche e l’atmosfera che si respira è quella di una straordinaria felicità. 

È questo il significato di Copernidrama, del nostro Copernidrama: e se mi credete, ma anche se non siete convinti, venite a trovarci. 

Non rimarrete mai e poi mai delusi. 

Riccardo Iellen, attore del gruppo Copernidrama dal 2015 al 2020