In buona parte dei paesi del mondo il Primo maggio si celebra la Festa del lavoro e dei lavoratori.

La ricorrenza è legata alle lotte per il diritto alla giornata lavorativa di otto ore negli Stati Uniti, quando, il Primo maggio 1886, durante una manifestazione sindacale a Chicago avvennero dei violenti scontri di piazza con morti e feriti sia tra i manifestanti sia tra le forze dell’ordine. L’evento fu ricordato negli anni successivi in molti paesi del mondo e, nel luglio del 1889 a Parigi, i rappresentanti dei partiti socialisti e laburisti europei, riunitisi nella capitale francese per il congresso della Seconda Internazionale, decretarono ufficialmente il Primo maggio Festa dei lavoratori.

In Italia la festività fu istituita ufficialmente nel 1891 e rimase in vigore fino al 1923 quando il governo Mussolini la abolì accorpandola al “Natale di Roma” del 21 aprile, festa ufficiale del fascismo. La Festa dei lavoratori tornò a essere celebrata il Primo maggio dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale e fu istituita come giornata festiva nel 1947.

Il diritto al lavoro è sancito dalla Costituzione italiana negli articoli 1 e 4: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro» (art. 1); «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società» (art. 4).

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